Nell’articolo Acqua tonica e bibite gassate della sezione Materie prime abbiamo già fornito alcune brevi informazioni sui soft drinks più adoperati in miscelazione: acqua tonica, cola, ginger ale e ginger beer. Ma il mondo delle bevande gassate e zuccherate è sterminato e più stratificato, storicamente, di quanto non si creda. Continuando a leggere potrete approfondire almeno in parte l’argomento e magari, chissà, trovare l’ispirazione per ideare qualche nuovo long drink.
Cenni storici
Le bibite gassate sono caratterizzate dalla presenza di bollicine dovute all’anidride carbonica, da una spiccata dolcificazione e dall’aromatizzazione con sostanze naturali o prodotti sintetici. L’effetto piacevole e dissetante dell’effervescenza è accentuato dall’acido carbonico che si è creato nel processo di gasatura o, per meglio dire, carbonatazione. La carbonatazione dell’acqua è presente in natura, basti pensare alle acque effervescenti naturali in commercio, ma è stata realizzata artificialmente fin dal XVIII secolo: per la precisione fu ideata nel 1767, a Leeds, dal filosofo e brillante chimico Jacob Preistley. Negli anni seguenti altri ricercatori svilupparono procedure e macchine per ottenere acque gassate e aromatizzate, ma fu ancora un Jacob, svizzero però, a commercializzare per primo la nuova bevanda: Jacob Schweppes (vi dice niente?), nel 1783. La strada era ormai aperta e nei decenni successivi acque e bibite gassate si diffusero in tutto il mondo industrializzato, segnando il gusto e l’immaginario di milioni e milioni di persone (basti pensare all’impatto della Coca-Cola di Pemberton, inventata nel 1886); e naturalmente furono fin da subito mescolate agli alcolici (mancava qualcosa, in effetti…) per realizzare alcuni dei cocktail più buoni e longevi di sempre: Gin & Tonic, John Collins, Gin Fizz, Cuba Libre, ecc. ecc.
Vediamo adesso una scelta di bibite gassate, di cui racconteremo brevemente la storia, il gusto ed eventuali applicazioni in miscelazione.
Bibite Italiane
Chinotto: Bibita dalla paternità incerta, contesa tra San Pellegrino e Recoaro; il colore è quello di una cola, ma il sapore è più amaro e agrumato; infatti si ricava proprio da un agrume originario della Cina ma presente da tempo lungo le coste tirreniche dello Stivale, dal nome scientifico di Citrus myrtifolia, probabilmente una mutazione spontanea dell’arancia amara. La pianta del chinotto offre frutti simili a piccole arance, che crescono lentissimamente e che sono amarissimi da mangiare crudi. La bibita è amata o odiata, senza mezze misure. In miscelazione si presta a tante preparazioni, che potete facilmente reperire in rete. Qui ci limitiamo a sottolineare come abbinata al gin dia vita a una alternativa al Gin & Tonic davvero interessante: la preparazione è semplice, basta sostituire la tonica con il chinotto e il gioco è fatto. Da provare anche una variante dell’Americano in cui il top invece che di soda è di Chinotto (30-40 ml.)
Cedrata: Altra bibita derivata da un agrume, il cedro; nella sua versione gassata fu commercializzata dalla ditta Tassoni intorno agli anni Cinquanta, ed è stata reclamizzata dagli anni Ottanta da uno degli spot più longevi della TV italiana (“…ma trova un minuto per te!”). Attualmente la cedrata è prodotta anche da altre aziende, come San Pellegrino, San Benedetto, Schweppes, Cortese, ecc… Il colore è tra giallo e verde e il gusto delicato di cedro, anche se a nostro avviso una minor quantità di zucchero renderebbe migliore la bibita. Tra i vari cocktail che la vedono protagonista selezioniamo l’Apertass, una variante dello Spritz: tecnica build, bicchiere tumbler basso pieno di ghiaccio, 70 ml. di cedrata e 30 ml. di Aperol; guarnire con mezza fetta d’arancia.
Spuma Bionda (o Bianca): Bibita gassata dal colore giallo dorato, realizzata con acqua, zucchero e aromi vari (caramello, scorze di agrumi, rabarbaro, ecc.) inventata negli anni Venti dalla Ditta Paoletti delle Marche e prodotta poi anche da altre case, tra cui la nota Spumador; il gusto è dolce ma un po’ acidulo, difficile da definire. In molte regioni italiane è praticamente sconosciuta, ma in altre (certe zone della Lombardia, del Veneto, della Sicilia) è sempre presente nei bar e sugli scaffali dei supermercati. In Toscana era ed è una delle bibite più apprezzate e richieste per accompagnare le colazioni salate (valdostana e spuma è il corrispettivo di cornetto e cappuccio) o per bere qualcosa di rinfrescante a metà pomeriggio; chi ha una certa età ricorderà sicuramente quando si ordinava una spuma bionda prima “da cinquecento” e poi “da mille” (lire). Non tutti sanno invece che il termine spuma indica generalmente qualunque bibita gassata (come soda nel mondo anglosassone) e che quindi l’altra grande spuma dei bar toscani, quella “all’arancia” altro non è che comunissima aranciata. La spuma era spesso combinata, nel secolo scorso, con del vino bianco o rosso: quest’usanza ci sembra oggi pressoché scomparsa e francamente non saremo noi a caldeggiarne la reintroduzione. I siti delle aziende produttrici offrono alcune ricette di cocktail con la nostra bevanda tra gli ingredienti, potete provare a dare un’occhiata.
Spuma Nera: Inventata dalla Spumador nel 1938, prevede 10 erbe tra gli ingredienti; in alcune etichette non si prescinde dall’uso del chinotto, ma le ricette sono comunque conservate gelosamente ed è difficile dire di più. Il sapore è amarognolo ma fresco. Anche la spuma nera, molto diffusa in Lombardia, veniva mescolata al vino rosso nei bar popolari. Oggi si cerca di proporne l’uso in miscelazione e si possono trovare varie ricette; probabilmente il distillato con cui lega meglio è il gin.
Aranciata, Aranciata amara: L’aranciata è una delle bevande gassate più famose e bevute del mondo ed è prodotta da innumerevoli marchi. Meno diffusa fuori d’Italia è l’aranciata amara, tanto odiata dai bambini alle feste di compleanno quanto apprezzata dai loro genitori. San Pellegrino Aranciata Amara è il prodotto più noto, ma esistono anche altre etichette. Noi l’abbiamo usata per dar vita al dissetante Summer ITP.
Gazzosa (o Gassosa): La gazzosa è forse la più antica tra le bibite gassate italiane, tanto che l’origine stessa, tra XVIII e XIX secolo è contesa tra Canton Ticino, Torino e altre zone. La bibita, che dopo un periodo di oblio sta tornando in gran voga soprattutto nelle sue versioni artigianali, è incolore, zuccherata e aromatizzata solitamente con limone o lime (anche Sprite e 7 Up sono gazzose, ma non sono percepite come tali dai consumatori). Le prime gazzose venivano rese effervescenti attraverso un processo di fermentazione del liquido esposto al sole. Il nostro soft drink si presta bene alla preparazione di cocktail sia alcolici che analcolici; qui vi suggeriamo una variante agrumata dello Spritz: Aperol 50 ml., succo di arancia 30 ml., succo di limone 20 ml., gazzosa 60 ml.; tecnica build, tumbler alto, decorazione con fetta di limone e/o arancia. Da non dimenticare la tradizionale combinazione con la birra chiara, nota come Radler in Germania e Panaché in Francia.
Lemonsoda: Lemonsoda è il nome commerciale di una delle tante bibite gassate al limone (gazzose) presenti sul mercato; se le dedichiamo uno spazio a parte è perché si caratterizza per una spiccata acidità rispetto alle altre, per la consistente presenza di fibre di frutta e perché fin dalla sua prima commercializzazione, negli anni Quaranta, ha goduto di una notevole diffusione sul mercato nazionale. Oransoda, all’arancia, è il più celebre dei gusti alternativi. Non ci esalta la classica combinazione della Lemonsoda con il gin; piuttosto si può pensare di provarla al posto dello sweet & sour (zucchero e limone) per variare altri cocktail classici.
Brasilena: Bibita gassata al caffè ideata nel 1982 da un piccolo produttore (“Acqua Calabria”) che da una circolazione regionale si è via via diffusa sempre di più. A questo link trovate un’interessante ricostruzione storica. Tra i vari cocktail proposti dal sito ufficiale della bibita selezioniamo l’Orange Dream: Bourbon whiskey 30 ml., Brasilena 70-80 ml., top di panna fresca leggermente addensata; tecnica build in tumbler basso.
Crodino: L’analcolico biondo nasce come aperitivo negli anni Sessanta, da un’infusione di erbe, spezie e radici (tra cui chiodi di garofano, cardamomo, noce moscata) che viene fatta riposare sei mesi in botti di rovere. L’acqua è quella della stazione termale di Crodo in provincia di Varese, da cui il nome della bibita. L’azienda sponsorizzò la A.C. Fiorentina dal 1987 al 1989 per cercare di aumentare le vendite in Toscana, regione in cui riscontrava qualche difficoltà. Solitamente si beve liscio con una fetta di arancia, ma può essere miscelato in drink vari, anche alcolici; ad esempio può essere combinato con del prosecco o anche con 50 ml di Porto in un calice pieno di ghiaccio.
Etichette Internazionali
Fanta: In Italia la Fanta è sinonimo di aranciata, anche se ne esistono altre versioni in gusti vari sia nella penisola che nel resto del mondo. Non tutti sanno però che questo soft drink è nato nella Germania nazista nel 1941, quando a causa dell’embargo e della guerra il responsabile tedesco della Coca-Cola Company non fu più in grado di garantire la produzione della bevanda di Atlanta: decise allora di arrangiarsi con quello che aveva a disposizione, ovvero siero di latte, scarti di frutta, residui della produzione del sidro, ecc. per mettere sul mercato una bibita gassata realizzata con fantasia; la Fanta, appunto, che ebbe subito grande successo. Erano tempi duri, evidentemente. Negli anni seguenti il gusto che si affermò maggiormente fu quello all’arancia, nato negli stabilimenti di Napoli nel 1955 con vero succo di frutta (chi è negli anta ricorderà la bottiglia zigrinata). La Fanta chiara al limone, invece, fu ribattezzata Sprite (vedi sotto). La Coca-Cola Company anche per questo prodotto applica la politica di adottare ricette differenti nei vari paesi in cui viene venduta. La Fanta all’arancia, molto amata in tante zone dell’Africa, è ingrediente essenziale del Chapman.
Sprite: Come detto sopra la Sprite nacque a fine anni Cinquanta dal rebranding della Fanta chiara al limone tedesca e fu scelta dalla Coca-Cola Company per contendere il mercato alla 7 Up. Si tratta semplicemente di una gazzosa al limone, ma la potenza del marketing e delle campagne pubblicitarie ha fatto sì che non subisse mai i cali di popolarità delle altre gazzose. In Pulp Fiction di Q. Tarantino è la “bevanda saporita” che Samuel Lee Jackson beve rumorosamente dalla cannuccia prima di dare il via al massacro. Insieme alla Fanta si usa per fare il Chapman.
Seven Up: Gazzosa statunitense al limone e lime ideata del 1929 e prodotta dalla Dr. Pepper Snapple Group negli States e dalla PepsiCo nel resto del mondo. Nei primi anni Novanta sponsorizzò le maglie della A.C. Fiorentina, che evidentemente in quel periodo era molto ricercata dai produttori di soft drink (vedi sopra il Crodino). Molto simile alla Sprite come gusto, può prenderne il posto nel Chapman. E naturalmente Francesco Guccini ci insegna che può essere mescolata con la birra chiara, dietro il banco di un Autogrill…
Bibite di altre nazioni
Almdudler (Austria): Ideata nel 1957, tra gli ingredienti compaiono genziana, melissa, fiori di sambuco, succhi di frutta e altri aromi estratti da erbe austriache. Colore e sapore ricordano tantissimo la spuma bionda; di solito si beve liscia oppure mescolata alla birra o al vino rosso. Un cocktail dal nome terribile ma che può funzionare è l’Almpari: Prosecco 100 ml., Almdudler 100 ml., Campari 40 ml.; tecnica build in tumbler alto, guarnire con fetta d’arancia e rametto di menta.
Rivella (Svizzera): Bibita inventata nel 1850 e commercializzata nel 1952 dai fratelli Barth; apprezzatissima in Svizzera, è diffusa anche in altri paesi europei. La versione originale è la Rivella Rossa, ma esistono anche altre varianti: il colore che le identifica va riferito alla bottiglia, perché il liquido si presenta di un giallo dorato simile al thè freddo. La caratteristica principale della Rivella è quella di essere prodotta dal siero di latte bovino, che dopo aver subito un processo di fermentazione viene diluito con acqua e aromatizzato con erbe svizzere e frutta, senza aggiunta di coloranti e conservanti.
Dr. Pepper (USA): Bevanda popolarissima in America e in molte aree del mondo, ma che non ha mai sfondato in Italia. Nella sua versione originale fu composta dal farmacista Charles Alderton nel 1885 – un anno prima della Coca-Cola – a Waco, in Texas. Il sapore ottenuto dai 23 aromi della ricetta segreta è complesso, ma si riconoscono caramello, vaniglia e ciliegia. Nel corso degli anni è stata prodotta in tantissimi gusti diversi. Il personaggio Leonard, della serie di romanzi Hap & Leonard di Joe Lansdale, ne è dipendente quasi quanto dai biscotti alla vaniglia. In miscelazione può essere combinata con vodka, Southern Comfort e Bourbon, ma anche con tequila o rum. Vediamo comunque una ricetta, il Cherry Bourbon Smash: Bourbon Whiskey 45 ml., succo di limone 15 ml., 2-3 ciliegie al maraschino, Dr. Pepper a colmare (30 ml. circa). Pestate con il muddler nello shaker le ciliegie insieme al whiskey, aggiungete il succo di limone e il ghiaccio e shakerate; filtrate in un tumbler basso su nuovo ghiaccio, colmate con Dr. Pepper e guarnite con una ciliegina al maraschino.
Bajkal (o Wostok) (Russia): Combinando alloro, coriandolo, liquirizia, ginseng siberiano, thè nero e altri aromi i sovietici crearono una bibita dal colore marrone scuro da bere al posto della Coca-Cola, considerata emblema del capitalismo. La ricetta originale del 1969 fu modificata nel 1973 quando il mercato sovietico si aprì alla Pepsi-Cola. La Bajkal o Wostok, come è conosciuta in Germania, è amatissima in Russia ed è caratterizzata da un sapore amaro e astringente con note di pino ed eucalipto. Da non abbinare al rum, piuttosto a gin e vodka.
Sayany (Russia): Bibita creata dai ricercatori sovietici nel 1960 e basata su un’erba siberiana dalle proprietà benefiche e tonificanti, la carthamoides Leuzea o radice Maral. L’estratto di questa pianta officinale è stato aggiunto a una normale soda al limone, conferendole un tocco speziato. Probabilmente si potrebbe combinare in qualche ricetta a base di vodka ma soprattutto gin.
Kinnie (Malta): Bibita nazionale maltese creata nel 1952 adoperando arance amare e aromi vari; per colore e – meno – per gusto può ricordare il chinotto. Si abbina bene sia al rum che al gin; un top di Kinnie può funzionare in un classico Negroni o sostituire la soda in un Americano.
Guaranà Antarctica (e Guaranito Altromercato): Guaranà Antarctica è la marca di soda al guaranà più diffusa al mondo, mentre Guaranito Altromercato è la versione equa e solidale presente sul mercato italiano. Il guaranà è una pianta della foresta amazzonica che contiene guaranina (ovvero caffeina), da sempre usata dai nativi come eccitante e tonificante. La bibita ha colore simile alla cola. Provatela nel nostro Democracia Corinthiana.
Questo non è tutto, ma è – decisamente – abbastanza.