Polibibite e Futurismo

Caratteri generali del Futurismo

Il Futurismo fu un movimento d’avanguardia creato nel 1909 in Francia dall’italiano F. T. Marinetti e diffusosi in tutto il mondo e in tutti i campi artistici. Come molte avanguardie promosse interessanti manifesti e innovazioni che furono poi in parte feconde e fruttifere, ma anche sterili estremismi che spesso rasentavano il ridicolo involontario. Alla base del Futurismo c’erano il rifiuto della tradizione e il culto della modernità, della velocità, della macchina, dell’innovazione, dello scardinamento dei linguaggi tradizionali; ma anche l’esaltazione della violenza, della sopraffazione e della guerra. Non a caso infatti i futuristi italiani aderirono poi quasi in massa al fascismo e allo squadrismo (ma c’è anche un interessante Futurismo russo, pacifista e libertario, che sposò la causa della Rivoluzione d’Ottobre: un nome su tutti, V. Majakovskij). Tralasciando l’aspetto politico e tornando a quello artistico riteniamo di poter affermare che i risultati migliori del Futurismo italiano furono quelli nel campo delle arti figurative, con i nomi e le opere di Boccioni, Balla, Carrà, Depero, Sant’Elia, Prampolini, Fillìa.

Ma cosa hanno a che fare i futuristi con i cocktail? Nel 1931 Marinetti pubblicò un Manifesto della cucina futurista che pur concentrandosi sulla battaglia contro la pastasciutta e proponendo rivoluzionarie ricette (alcune non poi così lontane da quelle della nouvelle cuisine), dedicava anche un certo spazio alle bevande miscelate. Le novità apportate dai futuristi al mondo del bere vertevano su alcuni punti fondamentali: in primo luogo un uso di terminologia e ingredienti rigorosamente autarchici in coerenza con la politica nazionalistica ed esterofobica del fascismo; in secondo luogo una ricerca costante dell’effetto sorpresa da ottenere mediante accostamenti inusuali di sapori e il coinvolgimento sinestetico di gusto, vista, tatto e olfatto nella degustazione della bevanda.

Il linguaggio autarchico

Per quanto riguarda il nazionalismo linguistico i Futuristi agirono sulle parole straniere di pari passo con quanto andavano facendo e avrebbero fatto D’Annunzio e il regime fascista, ovvero proposero alternative italiane desuete, calchi linguistici, ma più spesso coniarono veri e propri neologismi. Pochissimi entrarono veramente nell’uso, ancora meno sono giunti fino a noi (il tramezzino di D’Annunzio, che ha prevalso sul futurista traidue, per l’inglese sandwich), tantissimi sono talmente ridicoli da rendere imbarazzante anche farne la satira: ci limitiamo a citare il nostro episodio preferito, la radio fascista che annuncia il brano musicale “Le tristezze di San Luigi” di Luigi Braccioforte: musica sacra rinascimentale? Musica da camera barocca? No, semplicemente Louis Armstrong che esegue alla cornetta “Saint Louis Blues”… Ma torniamo ai cocktail e ai futuristi e facciamo una breve carrellata terminologica.

Cocktail diventa Polibibita, vocabolo certo più pratico e interessante delle altre due sostituzioni fasciste, bevanda arlecchina e cocottello. Le misture vennero suddivise in varie categorie: gli Snebbianti o Decisoni (sic), forti e intensi, dovevano aiutare a prendere risoluzioni fulminee e repentine, mentre le Inventine, più simili ai long drink, avevano il compito di facilitare il processo creativo e artistico. Gli aperitivi furono chiamati Permangiare, mentre i dessert e gli after dinner dolci divennero i Peralzarsi. I Prestoinletto erano drink caldi da bere nelle fredde notti invernali, così come i Paceinletto e i Guerrainletto avevano rispettivamente proprietà rilassanti o addirittura sonnifere, spesso ottenute semplicemente con dosi massicce di alcool, e afrodisiache, grazie all’uso di spezie e ingredienti corroboranti. Altre parole da ricordare sono il Quisibeve al posto del bar, lo shaker e il barman che diventano agitatore e mescitore, il whiskey sostituito dallo spirito d’avena, il cognac e il brandy dall’arzente (termine proposto da D’Annunzio).

Le ricette delle polibibite futuriste

Come dicevamo in precedenza nazionalismo, effetto sorpresa e coinvolgimento dei cinque sensi sono alla base della cucina e della miscelazione futurista. Si parla di essenza profumate spruzzate dai camerieri, di musiche e rumori da ascoltare, di superfici da toccare mentre si degusta il piatto o la bevanda; anche il cromatismo e la plasticità del drink sono considerate dai futuristi, così come l’abbinamento di cibi e cocktail: in questo, pur nel loro eccesso avanguardistico, precorrono i tempi delle moderne guarnizioni e del food pairing contemporaneo. Per quanto riguarda le dosi, i futuristi rifuggono dalle indicazioni precise, preferendo lasciare libertà – anche d’errore – all’esecutore occasionale. Noi ci siamo avvalsi delle pubblicazioni di Fulvio Piccinino (probabilmente il maggior conoscitore della miscelazione futurista) e di Nicolas Cioni (vedi bibliografia e sitografia in calce all’articolo) per fornirvi ricette con dosi in ml.

  • Decisone (polibibita dell’aeropoeta futurista F. T. Marinetti): Vino chinato 20 ml, Barolo bollente 20 ml, Rum (scuro) 20 ml, succo di mandarino 20 ml. Naturalmente essendo un drink caldo non si usa ghiaccio e si costruisce nel bicchiere. Non è indicata, ma come guarnizione una scorza di mandarino o altro agrume dovrebbe funzionare.
  • Inventina (polibibita dell’aeropoeta futurista F. T. Marinetti): Asti spumante 60 ml, Liquore all’ananas 60 ml, succo d’arancia congelato 60 ml. Cocktail interessante per la presenza di un liquore all’ananas in realtà assente dal mercato, da realizzarsi in modo casalingo, ma soprattutto per l’idea di un drink che cambia colore e sapore con il passar del tempo, man mano che i cubetti di succo d’arancia si sciolgono nel bicchiere. Nicolas Cioni adatta la ricetta aumentando il Moscato d’Asti a 120 ml e riducendo il liquore a 40 ml; effettivamente così il drink sembra più bilanciato.
  • Diavolo in tonica nera (polibibita dell’aeropittore Fillìa): succo di arancia 80 ml, grappa 40 ml, cioccolato liquido 40 ml; immergere il tuorlo di un uovo sodo. Bello da vedere, ma probabilmente soltanto da vedere!
  • Le Grandi Acque (polibibita dell’aeropittore futurista Prampolini): Grappa 20 ml, Gin 20 ml, Kummel 20 ml, Anice secco (Mistrà) 20 ml; come guarnizione un blocco di pasta d’acciughe avvolto in un’ostia alimentare che galleggia sulla superficie del drink. Robusto short drink dai profumi interessanti e dalla guarnizione inquietante. Il Kummel è un liquore tedesco a base di cumino di prati, dall’aroma di cumino e finocchio. Probabilmente da realizzare con tecnica stir & strain e da servire in coppetta.
  • Giostra d’alcool (polibibita dell’aeropittore futurista Prampolini): vino Barbera 60 ml, Cedrata 30 ml, Campari 30 ml. Nel liquido vengono immersi, infilati in uno stecchino, un quadrato di formaggio e uno di cioccolato. Nessuna indicazione su ghiaccio e tecnica: noi suggeriamo di costruire il cocktail (tecnica build) nel tumbler basso pieno di ghiaccio.
  • Piumenoperdiviso (polibibita del critico d’arte futurista P. A. Saladin): una castagna candita, liquore di rose 25 ml, liquore di ananas 25 ml, liquore di timo o serpillo 25 ml. Se volete, provate a mescolare con ghiaccio nel mixing glass e a filtrare nella coppetta. In questa come nelle seguenti ricette di Prampolini si rende necessario realizzare prima dei liquori home made.
  • Amore Alpestre (polibibita del critico d’arte futurista P. A. Saladin): liquore di melissa 20 ml, liquore di gemme d’abete 20 ml, liquore di banane 20 ml, liquore di asperula odorosa 20 ml. Stir & strain in coppetta ci sembra la tecnica di esecuzione più adatta.
  • Snebbiante (polibibita del critico d’arte futurista P. A. Saladin): liquore di artemisia 30 ml, liquore di rabarbaro 30 ml, grappa 30 ml. In questo caso proponiamo la tecnica build in tumbler basso come se fosse un Negroni.
  • Scintilla (polibibita del critico d’arte futurista P. A. Saladin): liquore di mallo 20 ml, liquore di genziana 20 ml, liquore di assenzio 20 ml, liquore di ginepro 20 ml. Mescolare e filtrare in coppetta ghiacciata. Potrebbe valer la pena provare ad adattare questa ricetta a gusti e ingredienti moderni, ad esempio usando il Nocino (liquore di mallo), un liquore di genziana della Liquoreria Abruzzese, Absinthe (magari da addolcire con un po’ di sciroppo di zucchero) e London Dry Gin (oppure Old Tom Gin, in questo caso non sarà necessario aggiungere lo zucchero all’Assenzio). Se qualche lettore volenteroso partorirà qualcosa di buono, ci faccia sepere.
  • Brucioinbocca (polibibita del futurista ing. Barosi): al fondo del bicchiere whisky con amarene al maraschino riempite di pepe di Caienna. Sopra: lattemiele (spessore 1 cm) come divisore impermeabile. Sul miele: Alkermes, vermouth e liquore Strega. Tecnica layers in bicchierino da liquore; le quantità non sono indicate, ma è opportuno fare in modo che strato superiore e inferiore siano più o meno della stessa misura.
  • Avànvera (polibibita del futurista ing. Barosi): Vermouth rosso 30 ml, Brandy 30 ml, Strega 10 ml. Disporre il bicchiere al centro di un piatto metallico con intorno un mucchietto di mandorle tostate, fette di banane, acciughe, caffè tostato, fette di pomodoro, scaglie di parmigiano. Stir & strain in coppetta o build in tumbler basso. La ricetta originale prevedeva anche delle fette di banana nel drink, ma ci è parso davvero troppo. Il cocktail comunque ha una sua piacevolezza e alcuni dei cibi abbinati funzionano davvero bene. Ma non vi diciamo quali.
  • Rosabianca (polibibita del futurista Giachino, proprietario dell’Osteria del Santopalato): dosi diverse di aranciata, liquore Campari e anice con essenza di rose bianche. Seguiamo l’adattamento di Fulvio Piccinino: Campari 30 ml, liquore alla rosa bianca damascena 40 ml, succo di arancia 40 ml, anice secco 5 ml. Questo drink, secondo quanto riporta lo stesso Piccinino nel testo citato più in basso, fu molto apprezzato e ordinato dai clienti dell’Osteria del Santopalato.
  • Simultanea (polibibita del futuristadott. Vernazza): 4/8 di vino Vernaccia, 3/8 di vermouth, 1/8 di acquavite. Dattero poco maturo ripieno di mascarpone impastato con liquore Aurum (Abruzzo). Il dattero così confezionato viene avvolto in sottili fette di prosciutto crudo e poi in foglia di lattuga. Il tutto infilato in uno stecchino sul quale si infilerà pure un piccolo peperoncino rosso sotto aceto ripieno di formaggio parmigiano a pezzetti. (Se si introdurrà lo stecchino nel bicchiere, appariranno sul liquido gli occhi di grasso depositati dal prosciutto: in questo caso la polibibita potrà essere intitolata “quel porco che fa l’occhietto”). No comment.
Fortunato Depero e Davide Campari

A partire dalla metà degli anni Venti il pittore futurista Fortunato Depero realizzò alcuni poster e cartelloni pubblicitari su commissione di Davide Campari, sia per il Bitter che per il Cordial – un liquore al lampone uscito di produzione intorno agli anni Novanta del XX secolo – ovvero per i prodotti di punta della Casa Campari. I manifesti sono dei veri gioielli di inventiva e ironia; le forme sono scomposte e ricombinate, il lettering è innovativo e all’avanguardia, gli accostamenti audaci sia nel colore che nel bianco e nero destinato alla stampa sui quotidiani.

Ma è nel 1932 che Campari inizia a produrre l’opera di design di Depero che è ancora su mercato e ancora tutti riconoscono a colpo d’occhio, un po’ come la bottiglietta di Coca-Cola: quella del Campari Soda. In quel periodo infatti il modo più in voga di bere il Bitter Campari era quello di allungarlo con la soda e il corretto servizio prevedeva che il cameriere portasse al tavolo sia la bottiglia del liquore sia il sifone del seltz e realizzasse il drink sotto gli occhi del cliente, come si può vedere anche in vari manifesti e quadri proprio di Depero.

L’idea di Davide Campari fu quella di vendere il prodotto già miscelato e nelle giuste dosi e proporzioni, magari in un contenitore che catturasse l’attenzione del cliente e divenisse anche simbolo di velocità, modernità, moda ed eleganza. Depero creò la famosa bottiglietta conica – oggi si scriverebbe (i)conica – con vetro smerigliato e logo in rilievo, senza etichetta per distinguersi dagli altri prodotti e per far risaltare meglio il rosso brillante del contenuto. Il successo fu subito grande e costante fino ai nostri giorni, al punto di divenire il formato standard, più o meno copiato, degli altri aperitivi monodose, alcolici e analcolici.

Quindi, ogni volta che stappate un Campari Soda, ricordate che state maneggiando un’opera d’arte, sia per quanto riguarda il contenitore che il contenuto!

Riferimenti

F. Piccinino, Saperebere – La cultura del bere responsabile, Torino, Graphot Editrice, 2015

F. T. Marinetti e Fillia, La cucina futurista, Tozzuolo 2019.

https://drinking.partesa.it/blog/spirits/miscelazione-futurista

https://www.saporedisapere.it/2020/04/10/la-miscelazione-futurista/

https://www.cocchi.it/miscelazione-futurista/ (a questo link trovate splendide foto di alcune polibibite futuriste realizzate in questi anni)

https://depero.it/2019/10/30/depero-e-campari/ (comprende le foto dei quadri e manifesti di Depero per Campari)

https://www.domusweb.it/it/design/2022/02/23/la-bottiglietta-del-campari-soda-di-depero.html