Grandi bartender: Constantino Ribalaigua, il Re del Daiquiri

C’è un luogo a Cuba noto tra gli appassionati di cocktail ma anche tra quelli di letteratura: il bar e ristorante “La Floridita” di L’Avana, dove Ernest Hemingway (dal 1932 al 1960) andava a bere i suoi Daiquiri. Il locale fu fondato con il nome di “La Piña de Plata” (l’ananas d’argento) nel lontano 1817 e si affermò subito come uno dei più apprezzati della capitale cubana. Quando, meno di un secolo dopo, cominciò a essere frequentato da molti viaggiatori d’affari e turisti nordamericani, cambiò nome prima in “Florida” e poi – nel 1914 – in “El Floridita”. Sempre nel 1914 avvenne un altro fatto decisivo: un immigrato catalano, Constantino Ribailagua Vert, per i clienti Constante, iniziò a lavorarvi come barista; il suo carisma, la sua simpatia e soprattutto la sua abilità nella miscelazione aumentarono a dismisura la popolarità del Floridita e dei drink che vi venivano serviti. Tra questi, ovviamente, uno dei classici della miscelazione cubana, il Daiquiri, di cui Constante, che dal 1918 era anche diventato proprietario del locale, ideò ben 5 (+1) varianti! Vediamole, direttamente riprodotte dal manuale di Ribailagua Cuna Del Daiquiri Cocktail – La Habana Cuba, nell’edizione del 1939 (a partire dal Daiquiri No.1 di pag 25).

Come si può facilmente constatare la novità dell’approccio di Ribailagua al Daiquiri consiste fondamentalmente nell’adoperare ghiaccio tritato, al fine di aumentare la diluizione e rendere il cocktail particolarmente leggero, dissetante e rinfrescante. A partire dal Daiquiri n. 3, inoltre, si specifica di servire addirittura frappé, ovvero le scaglie di ghiaccio dovrebbero essere di dimensioni davvero minime. Proprio al Floridita, nel 1939, la Waring testò i suoi frullatori e da allora Constante e i successivi gestori del locale servono il Daiquiri in versione frozen, preparata con il blender; per bere un Daiquiri secondo la ricetta IBA, al Floridita bisogna chiederlo “natural”. Ma a cosa si riferisce il “+1” di cui abbiamo parlato poco fa? All’Hemingway Special, ovviamente, dedicato al più celebre – e affezionato – frequentatore del bancone di Ribalaigua! Nella ricetta IBA le dosi sono leggermente diverse, ma il drink è quello; è anche noto come Papa Doble, dove Papa è il nomignolo di Hemingway, perché lo scrittore americano era solito berne grandi quantità e se lo faceva preparare direttamente in versione doppia. La differenza principale con gli altri Daiquiri consiste nella ridotta quantità di dolcificante utilizzata, per venire incontro ai gusti e alle paranoie – era convinto di essere diabetico – del grande Ernest.

Constante naturalmente era maestro anche nella preparazione di ogni cocktail classico, nonché fantasioso ideatore di varianti e ricette personali, ma indubbiamente la sua specialità erano i drink a base di rum e frutta fresca. Il momento d’oro del suo locale fu durante il proibizionismo, quando Cuba, facilmente raggiungibile dalla Florida, divenne il luogo dove i ricchi americani potevano andare a bere alcool in libertà; la clientela yankee continuò ad approdare sull’isola anche in seguito, incoraggiata dal regime di Batista; con la rivoluzione castrista e l’embargo il bar visse invece un momento di crisi, subito superato grazie all’afflusso di canadesi, sudamericani ed europei attratti sia dall’esperienza comunista che si stava sviluppando sia dal carisma di Hemingway che riverberava dai luoghi da lui frequentati. E ancora oggi il Floridita propone cocktail di qualità assoluta, al punto da essere premiato più volte come il migliore (nel 1992) o uno dei migliori bar del mondo; l’atmosfera e gli arredi sono ancora quelli degli anni Cinquanta, una statua di Hemingway è lì a ricordarci l’autore de “Il vecchio e il mare”, la musica cubana risuona interpretata da bravissimi artisti locali, i Daiquiri in lista sono ben 9, la folla si accalca al bancone… Troppa folla, forse: potete sempre provare ad andare alla Bodeguita del Medio a farvi un Mojito, ma la ressa rischia di essere la medesima!

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